Settembre 2018: cominciamo la nostra “missione”!

Ed improvvisamente è già settembre! Nonostante il saluto alle vacanze porti con sé un po’ di nostalgia, il ritmo che ha scandito i primi giorni di scuola sembra risuonare con intensità dentro l’entusiasmo del nuovo inizio.

Anche quest’anno la comunità salesiana si rinnova. La grande riconoscenza e gratitudine per il lavoro svolto tra i giovani di chi quest’anno ci lascia si fa, allo stesso tempo, augurio per coloro che arrivano, o ritornano, nella casa di don Bosco.

Un grande e cordiale saluto ricco di gratitudine è per don Gianfranco Coffele. Dopo un anno al San Marco come vicario della comunità, don Gianfranco è stato chiamato a continuare la sua opera educativa presso l’Istituto Universitario Salesiano (IUSVE). La cordiale e delicata presenza tra docenti, formatori e ragazzi porta un segno ancora vivo di una bella testimonianza di vita salesiana.

Tre sono i nuovi arrivi che arricchiscono la comunità e rinnovano lo spirito di don Bosco al San Marco: don Paolo Stocco, il Sig. Giuseppe Gatti, Marco Boatto.

Dopo un felice soggiorno veneziano, fa ritorno al San Marco don Paolo Stocco. Per molti anni missionario in Venezuela, don Paolo è stato direttore del San Marco nell’anno pastorale 2015/2016 e ora vi ritorna come vicario della casa.

Il Signor Giuseppe Gatti, invece, è originario di Trivignano. Dopo aver vissuto molti anni a Venezia castello e aver lavorato per i giovani e le famiglie del patronato salesiano, si è trasferito qui a Mestre dove continuerà la sua missione tra i giovani del nostro istituto.

L’acquisto più giovane di quest’anno è originario della provincia di Udine. Marco Boatto, concludendo i due anni di tirocinio nella casa salesiana di Castello di Godego, è stato destinato al San Marco per completare il suo percorso formativo e continuare gli studi presso lo IUSVE.

L’augurio più bello per tutti e tre è, certamente, quello di poter respirare tra i ragazzi di Mestre lo stesso spirito salesiano dei primi cortili di don Bosco.

Mentre tutti sono indaffarati a recuperare appunti, lezioni e a raccontare avventure epiche che rimarranno indelebili nei ricordi di ciascuno, la rotta tracciata per i prossimi nove mesi richiama l’attenzione ad uno slogan assai curioso: io sono una missione! La novità che caratterizza gli appuntamenti di quest’anno è data dal tema che accompagnerà tutte le iniziative formative, ovvero la riscoperta della ricchezza della vita di ogni giovane come una missione.

Che cosa significa scoprirsi missione? Certamente il timore davanti ad un compito così grande non manca, ma la promessa che quest’indagine porta con sé risveglia la profondità di un desiderio che non si può raccontare ma solamente vivere. Scoprirsi missione, ricordano le parole di Papa Francesco, significa, infatti, imparare a rispondere alla domanda «per chi sono io?». Sebbene sembri scontato pensare che la vita di un giovane sia una bella missione da compiere, trovarsi davanti al duro compito di scoprire per chi saremmo in grado di spendere la vita non è cosa semplice.

Risuonano forti in questo impegno le parole che il Signore disse al giovane Geremia mentre era tentato di fuggire dalla spaventosa missione che gli era affidata: “Non dire sono troppo giovane”. Con queste parole Dio si fece vicino al cuore di questo adolescente e lo chiamò a compiere grandi gesta. Nonostante le sue incertezze, nonostante i suoi dubbi, nonostante il suo sentirsi inadeguato e incapace egli fu quella voce giovane in grado di scuotere gli animi più duri.

Possiamo forse non pensare a don Bosco mentre riflettiamo sulla grande scommessa di scoprire per chi può essere spesa la nostra vita? Possiamo forse non sentirci protagonisti della missione che attende tutti noi quest’anno? Di certo, l’esempio di chi ha avuto il coraggio di scommettere sulla bellezza del cuore dei giovani rimane anche per noi il faro che illumina la rotta della nuova navigazione e ci aiuta a scoprire PER CHI donare a nostra volta la vita.

Buon anno!

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