Anche quest’anno don Bosco ci ha graziati. In un maggio piovoso e grigio come non se ne vedevano da secoli, il giorno della festa di Maria Ausiliatrice le nuvole hanno trattenuto la pioggia e ci hanno permesso – pur con il vento freddo di martedì 14 – di festeggiare la Mamma del Cielo con le tradizionali Olimpiadi.
Dapprima la Santa Messa, presieduta da don Filippo Perin, missionario salesiano in Etiopia, e poi – verso le 10 – tutti sugli spalti dei campi sportivi di via Calabria, dietro il nostro Istituto. Lì i docenti hanno svestito i panni dei proff. per indossare gli abiti di arbitri e hanno abbandonato per qualche ora la penna rossa e l’iPad per prendere il fischietto. I ragazzi hanno potuto gareggiare in tante, svariate discipline: quelle per i meno atletici come freccette o bocce, quelle per le squadre affiatate come dodgeball o tiro alla fune, quelle per i veri sportivi come salto in alto o resistenza. Ma in realtà, il bello di questa giornata è che tutti possono mettersi in gioco! Ed è così che, inaspettatamente, puoi guadagnare un punto per la tua classe e avvicinarla al podio: bastano la tua presenza e un po’ di sano e gioioso impegno.
Alle premiazioni, svoltesi il 28 maggio, il San Marco ha accolto un ospite d’eccezione, Walter De Raffaele, allenatore dell’Umana Reyer Venezia, che si è trattenuto per una lunga “chiacchierata” con i nostri studenti grazie al “moderatore” Lorenzo Tiengo. Il nostro prof. presentatore ha posto alcune domande provocatorie che hanno stimolato delle belle riflessioni da parte dell’allenatore, ascoltato dal suo pubblico in religioso silenzio. Due sono i temi che meritano una particolare menzione, la fatica e il lavoro di squadra: concetti che, dal mondo dello sport, possono essere trasferiti anche al mondo della scuola.
“Per raggiungere qualsiasi obiettivo, nel lavoro, nello sport o in altro è fondamentale abituarsi a far fatica – ha detto De Raffaele – La fatica non deve avere come obiettivo per forza vincere, perché vince uno solo, ma uscire con l’idea di aver fatto il massimo: dietro un impegno giornaliero, mensile c’è un risultato che è frutto di lavoro, dietro il quale ci sono, di conseguenza, la soddisfazione e la crescita personale: è ciò che ti fa reagire nei momenti difficili”. Perché il problema è, infatti, gestire le sconfitte. “Ma non c’è mai un rialzarsi se non c’è prima una caduta; non c’è un successo nella vita se non ci sono prima dei fallimenti”, ribadisce l’ex playmaker.
E gli obiettivi si raggiungono meglio se c’è un buon lavoro di squadra: “Non c’è una ricetta – afferma l’allenatore della Reyer – ma bisogna ricordare che nessuno è perfetto. Se non c’è una accettazione dei propri limiti e la volontà di aiutare il compagno a superare i suoi, non c’è lavoro di squadra.” Infatti, fuori dallo spogliatoio della Reyer De Raffaele ha fatto attaccare un cartello in inglese che suggerisce così: comprendi i tuoi limiti, aiuta i compagni a comprendere i propri e insieme diventeremo una squadra vincente.
E a proposito di sconfitte e vittorie, le Olimpiadi del San Marco sono sempre una grande occasione per valorizzare il “fairplay”, il gioco pulito, il gioco di squadra, la fatica e l’impegno, a cui non possono mancare la gioia, la vitalità e la freschezza tipica dei nostri giovani.
Ma qualcuno, alla fine, ha anche vinto! In tanti sono stati premiati con un primo, un secondo o un terzo posto nelle varie discipline sportive al maschile e al femminile.
Le classi finaliste sono state la 4IttC e la 2IttA, bronzo a pari merito, la 5AItt che ha vinto l’argento e la 4AItt, che si è aggiudicata la agognata coppa!