Sulle tracce di don Bosco: a Torino con le classi seconde!

Nei primi giorni di maggio, da mercoledì 2 a venerdì 4 e da lunedì 7 a mercoledì 9, tutte le classi seconde CFP e ITT, divise in due gruppi, hanno trascorso un ritiro in Piemonte, sulle tracce di quel sacerdote di cui, sin dall’inizio della prima, sentiamo tanto parlare a scuola.

Siamo andati a Torino, Chieri e Valdocco, tre luoghi che hanno a che fare con la storia di don Bosco, di cui siamo andati a conoscere più da vicino il percorso di vita proprio attraverso queste tre tappe significative.

La fortuna è stata dalla nostra parte perché abbiamo trovato bel tempo.

La parte del viaggio più pesante è stata la strada percorsa in pullman, ma ne è valsa la pena.

Abbiamo visitato posti dei quali finora avevamo solo sentito parlare a scuola e ora poter “toccare con mano” è stato, dal mio punto di vista, molto bello perché ho potuto vedere con i miei occhi un’immagine che avevo solo in testa.

Abbiamo visitato la casa di mamma Margherita, nella quale don Bosco è nato, la Chiesa di San Francesco di Sales, al quale don Bosco si è ispirato: un luogo perfetto per iniziare a fare tutto ciò che poi ha fatto e la cosa bellissima è che non è stato nulla di straordinario, ma semplicemente si è preso cura dei ragazzi dando a loro ciò che poteva. In realtà, bisogna ammettere, non aveva granché, e lì lo abbiamo capito bene.

Non sono partita con tante aspettative, semplicemente ero consapevole che bisognava camminare tanto e ciò non mi ispirava, vista la mia pigrizia. Però, tra una visita e l’altra, non ho sentito più di tanto la fatica.

La cosa che più mi ha colpito è che don Bosco ha attirato a sé ragazzi di strada, quindi ai margini della societá, che bestemmiavano, facevano sempre rissa, e prendendosi cura di loro, ha permesso loro di essere parte del mondo, di avere un valore.

Con ciò ho capito che non serve fare cose straordinarie per aiutare o fare felici le persone. A volte anche la cosa più semplice, come accettare le persone per come sono, nella loro natura, può significare tanto.

Don Bosco, anche se non è riuscito a cambiare tutti i ragazzi con cui ha avuto a che fare, è riuscito a farlo con molti e con quest’ultimi è stato grande. Nessuno avrebbe avuto la sua forza e il suo coraggio per fare quello che lui è stato in grado di fare.

Ma la visita non si è concentrata solo su don Bosco: ci è stata data la possibilità di esplorare Torino e anche il museo egizio, uno dei più grandi al mondo. È enorme, e penso di non averlo nemmeno girato tutto, ma quello che ho visitato è stato veramente stupendo. Mi ha stupita riconoscere quante cose gli antichi egizi riuscissero a fare con quelle poche risorse e conoscenze a disposizione. E senza domandare niente a nessuno…. proprio come don Bosco!

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