In un lontano maggio del 1884, don Bosco si trova a Roma convocato dal Santo Padre per discutere alcune questioni urgenti sul futuro dei salesiani. Distante con il corpo ma non con l’affetto dai ragazzi del suo primo oratorio, scrive un’importante lettera che si rivelerà punto di riferimento per i giovani e salesiani di ogni tempo. Le sue parole sono cariche dei sentimenti di un padre che, mortificato per l’assenza, non può non ricondurre ogni pensiero ai suoi ragazzi e al desiderio che ha dato vita ad ogni cortile salesiano: “uno solo è il mio desiderio, vedervi felici nel tempo e nell’eternità!”. Anche oggi la stessa passione è la forza motrice che segna l’inizio di questo nuovo anno ed il compito lasciato da don Bosco si concretizza in una sfida importante: coltivare il desiderio di felicità inscritto nella vita dei ragazzi e formatori del San Marco.
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La familiarità e confidenza che distinguevano il primo cortile di Valdocco sono di casa al San Marco e si fanno, insieme, riconoscenza per tutti coloro che si sono spesi con la dedizione che porta il volto di don Bosco ed augurio per chi è prossimo ad iniziare una nuova avventura ricca di spirito salesiano.
Un grande e sincero grazie è, innanzitutto, per Don Vanni Ghion. Per quattro anni incaricato delle attività pastorali del CFP e ITT, e per un anno vicario della comunità religiosa, don Vanni è stato chiamato a continuare la sua missione presso l’opera salesiana di Chioggia dove ora è responsabile dell’oratorio e centro giovanile. Il suo tratto buono e sempre disponibile rimane firma indelebile di una testimonianza autenticamente donata ai giovani.
Un secondo grazie, ma non meno importante, è per Don Pierino Trentin. Dopo un anno come responsabile del convitto è stato chiamato al collegio salesiano Astori di Mogliano Veneto. Don Pierino continua la sua missione tra i ragazzi del collegio in aiuto agli incaricati delle attività pastorali e della missione della comunità nel territorio di Mogliano.
All’inizio di una nuova avventura, desideriamo ringraziare il giovane salesiano Filippo Spinazzè che vede l’aprirsi di una decisiva stagione formativa a Torino. Il profondo ringraziamento per la sua bella ed importante presenza, in particolare tra i giovani del convitto, si fa augurio e accompagnamento in questi ultimi quattro anni di preparazione in vista del sacerdozio.
Ricchi di questa gratitudine, sentiamo risuonare dentro queste partenze un altro inciso della lettera di don Bosco: “Vicino o lontano penso sempre a voi”. Le sue parole, come sempre, hanno l’intensità di una promessa che, con fedeltà, continua ad accompagnare i giovani di ogni tempo donando alle sue opere nuovi salesiani. Due nuovi volti approdano da quest’anno al San Marco: don Gianfranco e don Michele.
Don Gianfranco Coffele, originario della provincia di Verona, è da quest’anno vicario della comunità religiosa. Dopo un importante servizio all’università pontificia salesiana di Roma come maestro e docente di teologia, e dopo due anni di attività pastorale all’istituto Rainerum di Bolzano, don Gianfranco si è da subito distinto per un tratto cordiale e disponibile che esercita come collegamento tra l’istituto e l’università salesiana di Mestre, nella quale offre un prezioso contributo per i giovani studenti.
Don Michele Bortolato, di origine friulana, ha appena completato l’itinerario di studi previsto dalla formazione salesiana ed è stato ordinato sacerdote il 24 giugno di quest’anno a Verona. Dopo aver trascorso l’estate tra i ragazzi dell’oratorio di San Donà di Piave è arrivato a Mestre dove, continuando l’opera di don Vanni, si dedicherà ai ragazzi del centro di formazione professionale come coordinatore pastorale.
Ancora una volta è don Bosco stesso ad esprimere, misteriosamente, il sentimento e l’augurio più bello che si possa fare a chi inizia una nuova missione: spendersi per chi si ha accanto in modo che “i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.
L’augurio, infine, è per tutti coloro che ogni mattina riempiono di vita i cortili e le aule dell’istituto. Forse, prendersi cura di quel desiderio consegnato in una lettera del 1884 è ancora oggi il compito più importante che salesiani, insegnanti e ragazzi sono chiamati a vivere insieme affinché l’anelito alla felicità e alla bellezza dentro il cuore di ogni giovane sia, veramente, realizzazione di quella promessa che qui al San Marco ha trovato casa. Buon anno!